Nuovi inceneritori in Sardegna. Zuncheddu "è necessario interrompere quel circolo vizioso"

12 Febbraio 2013
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(IlMinuto) – Cagliari, 12 febbraio – In tempi brevi la Sardegna vedrà sorgere nel suo suolo diversi termovalorizzatori. Con una disposizione motivata da un'ordinanza urgente del 4 gennaio scorso, il Presidente Cappellacci, nonostante il parere contrario espresso dai diversi amministratori locali delle comunità interessate, ha dato il via a un processo definito "inquietante" dal consigliere indipendentista di SardignaLibera Claudia Zuncheddu. Il consigliere sottolinea che la disposizione voluta da Cappellacci è "un atto politico, in violazione della volontà dei cittadini, dei Comuni e della stessa normativa comunitaria", aggiungendo inoltre che la disposizione in questione "risponde palesemente a logiche estranee agli interessi dei sardi". Un atto che tra cittadini, associazioni e comitati attivi nella difesa del territorio suscita forti preoccupazioni. "La Sardegna - precisa Zuncheddu - si annovera tra le regioni più virtuose d’Italia, è quindi destinata alla chiusura progressiva degli inceneritori già esistenti e all’avviamento di un processo ecosostenibile per la lavorazione delle materie prime prodotte dalla differenziazione dei nostri rifiuti urbani".Inoltre - "la costruzione di termovalorizzatori, cioè di inceneritori, è funzionale solo ed esclusivamente a interessi speculativi, con costi sempre più elevati non solo per le casse sarde ma anche per le tasche dei cittadini, e comporta gravi ripercussioni per la stessa salute dei cittadini e dell’ambiente, nonché la perdita delle ricadute economiche e occupazionali derivanti dalla filiera del riciclo". Per la Presidente di SardignaLibera è dunque necessario interrompere il circolo vizioso che con l’esportazione dei prodotti della differenziazione dei nostri "rifiuti urbani" vede una perdita di risorse e di lavoro per la Sardegna, mentre, attraverso l’importazione di "rifiuti indifferenziati e pericolosi" crea inquinamento e malattie .

F.P.

Fotografia di Francesco Cavallari Photography. Fonte Flickr
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