Fuochi di Sant'Antoni, a Siniscola sa prima essita de s'Orcu
Con Sant’Antoni si apre in Sardegna il periodo pre-quaresimale del carnevale. In alcuni centri nei quali saranno accesi i falò propiziatori di matrice pagana troveremo infatti le prime uscite delle maschere de su Carrasegare sardu. Sarà così anche a Siniscola con s’Orcu de Montiarvu, maschera riportata alla luce in questi ultimi anni grazie alle ricerche dell’omonima associazione.
Lunedì pomeriggio, dopo la messa in onore dell’abate egiziano e in occasione dell’accensione de su ‘Olone, la bestia sarà presente in piazza insieme a su Guardianu, a su Tintinnatu e, prima novità di quest’anno, insieme a su Voe Jacu, il bue che stazionava davanti alla dimora di chi stava per morire per muggirvi durante la notte.
L’altra novità: la maschera de sa Partorja esordirà martedì grasso, il 21 febbraio. Il giorno la bestia sarà catturata nei pressi di Riu Sicu, sotto la punta di Su Cucurarvu (nel Montalbo), soggiogata tramite una corda, percossa con i “foetes” e portata in paese per essere sacrificata in onore di Dioniso, il dio della vegetazione, della fertilità e dell’estasi. In tale occasione sa Partorja assumerà le vesti di una vedova, con il volto annerito e con una pancia enorme ad imitazione della donna gravida. Tra doglie e urla lancinanti si stenderà a terra finché non otterrà cibo o vino. Se un tempo con su ‘Olone contadini e pastori di Siniscola osservavano la direzione del fumo del falò per predire i favori dell'annata agraria, con su carrasecare, il sacrificio della bestia rappresenta la rinascita della natura e, ovviamente, l’auspicio de sa bona resèssita del successivo raccolto.
M.P.