Legge 162 del 1998: dal "modello Sardegna" al taglio indiscriminato dei piani di assistenza. Penalizzati centinaia di bambini con handicap gravissimi

6 Febbraio 2010
(IlMinuto) – Cagliari, 6 febbraio - La legge 162 del 1998 "fa risparmiare le istituzioni e promuove l'inclusione sociale: se i nostri figli con disabilità gravissima dovessero essere ricoverati in un istituto per assisterli si spenderebbe quattro volte tanto". Così la presidente dell'Associazione bambini cerebrolesi Luisanna Loddo Frau dice no - con uno scritto inviato alla stampa - al taglio indiscriminato di 1000 euro per ogni piano di assistenza personalizzato stabilito dalla Giunta regionale. In dieci anni di esperienza il modello sardo di applicazione della normativa nazionale ha consentito di programmare decine di migliaia di piani di assistenza personalizzati per i portatori di un handicap grave, con grande risparmio per le casse pubbliche. Le cifre (fonte Marco Espa) del resto parlano chiaro. Se solo il 10 per cento degli anziani assistiti tramite i piani personalizzati finanziati dalla legge 162 fossero ospitati in istituti di cura, la spesa pubblica crescerebbe di 29 milioni di euro all'anno. I piani di assistenza personalizzati fanno risparmiare le istituzioni, quindi, ma ciò nonostante il Consiglio regionale ha bocciato, lunedì scorso, una mozione presentata dal centrosinistra per il reintegro di 1000 euro per ognuno dei 28mila progetti approvati. A metà gennaio circa 400 persone - in rappresentanza dei familiari degli assistiti e delle associazioni - avevano inoltre manifestato di fronte all'assemblea del popolo sardo in via Roma. Tutto inutile, ad oggi. Ma quali sono le vittime dei tagli? Disporranno di mille euro in meno all'anno per i piani di assistenza molte centinaia di bambini con disabilità gravissima: 337 con meno di sei anni, 207 fra i 7 e i 10 anni e 202 fra gli 11 e i 14. I tagli sono stati indiscriminati, senza alcun riguardo per la gravità dell'handicap dell'assistito. Eppure in questi ultimi dieci anni la Sardegna era stata presa come caso esemplare di applicazione della legge, con l'organizzazione di convegni in cui il modello sardo - basato sul coinvolgimento dei comuni e delle famiglie nella progettazione dei piani poi approvati in forma anonima dal Consiglio regionale - era stato illustrato alla Lombardia (marzo 2009) e presentato a Berlino (giugno 2007) nella Conferenza dei servizi sociali europei. 
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