UN ANNO FA. Incendi: nel 2009 un aumento di quasi il 500%. Tra piano criminale e inadempienze delle amministrazioni

7 Agosto 2010
(IlMinuto) – Cagliari, 8 agosto 2009 – Con 724 incendi e 4.128 ettari divorati dal fuoco, nel 2008 la Sardegna si è classificata al quarto posto nella classifica nazionale delle regioni per numero di incendi stilata da Legambiente.  Nell’anno in corso, a più di un mese dal termine dell’estate, la superficie devastata dalle fiamme si è già moltiplicata per cinque: secondo l’associazione ambientalista sono infatti 20mila gli ettari percorsi dal fuoco.  Quali sono le cause di questo scempio?

Il ruolo delle amministrazioni comunali. “Il 35 per cento dei comuni – spiega il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani  -  sono tuttora indietro nella realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco. Come prevede pure la legge 353 del 2000 in materia di antincendio boschivo, le amministrazioni comunali hanno un ruolo fondamentale e insostituibile nello sconfiggere gli incendi, dolosi o meno che siano, con la predisposizione dei Piani comunali d’emergenza”. “Dove le amministrazioni locali risultano inadempienti sia la Regione a provvedere al catasto con i dati forniti dalla Forestale”.


La Regione. Se l’organizzazione ambientalista punta il dito in primo luogo sulle inadempienze delle amministrazioni locali, il 23 luglio - in piena emergenza incendi -  l’assessore regionale dell’Ambiente Giorgio Oppi  diceva “sembra che ci sia una strategia dietro gli incendi”. Un vero e proprio piano criminale quindi.  Per Rifondazione comunista (IlMinuto, 29 luglio) è, invece,  proprio l’amministrazione regionale la principale responsabile di quanto accaduto.  “E’ mancata una strategia di prevenzione – ha scritto il segretario Gianni Fresu – di pronto intervento e di coordinamento delle forze da parte della Regione”.  Di più:”Il sistema di allerta e di contrasto degli incendi, che negli anni precedenti aveva ridotto al minimo la capacità distruttiva del fuoco, è stato smantellato”.



Il piano criminale. Ma quali sarebbero gli interessi dietro il piano criminale denunciato dalla Giunta? Per la consigliera regionale dei Rossomori  Claudia Zuncheddu (IlMinuto, 31 luglio) la desertificazione del’isola fa gli interessi di chi vuole utilizzarne il territorio per la costruzione di centrali nucleari e per lo stoccaggio di scorie.  Non solo,  favorisce gli interessi di chi desidera dare via libera all’edilizia selvaggia. “Incendiare, uccidere persone, animali e ambiente è di per sé criminale. Se il presidente Cappellacci è a conoscenza di qualcosa deve dirlo”.


L’autocritica. Dall’Irs è giunto invece un appello all’autocritica rivolto a tutto il popolo sardo a partire dalla classe politica che “lo governa e lo ha governato”.  "E' ora che i sardi tornino alla terra – scrive l’esponente indipendentista Bobore Bussa - con una coscienza nuova in un'ottica di gestione sostenibile e affettuosa del patrimonio ambientale".

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