La furia dei comitati: «A Sanluri l'assessora ci propone un tavolo tecnico, due giorni dopo "approva" l'intesa con lo stato»

«Non andremo a nessun tavolo, non certo con amministratori regionali come questi: inaffidabili, inutili e dannosi»
16 Novembre 2023
assemblea sanluri

«L'intesa con lo stato per la realizzazione di rigassificatori di grande taglia con annessa dorsale (583 km) ormai è cosa fatta. La Sardegna ritira in qualche modo il ricorso al decreto Draghi che, arrivati a questo punto, poteva essere approvato. Non hanno voluto correre questo rischio!». Parole che provengono dal Coordinamento dei comitati sardi contro la speculazione eneregètica, i quali aggiungono che «l'intesa concordata con il ministero dal presidente Christian Solinas, sostenuto dai due assessori Anita Pili (Industria) e Marco Porcu (Difesa dell’ambiente) ha dato il via ad una massiccia importazione di metano, una fonte energetica fossile costosissima e "fuorilegge" secondo le norme UE, recepite dallo stato italiano». Da qui la domanda: «Se le fonti fossili devono essere progressivamente superate a favore delle rinnovabili (65% entro 2030) quale è il senso di questa operazione? Aumentando la produzione fossile è chiarissimo che debbano aumentare, di conseguenza, i GW di installazione rinnovabile. Devastazione su devastazione». Nel dettaglio «va fatto notare che, per quanto riguarda le esigenze della nostra isola, se gli impianti di nuove rinnovabili vengono realizzati in aree già compromesse, si consuma zero territorio e si raggiungono gli obbiettivi europei previsti di riduzione delle emissioni e dell'aumento di produzione energetica da rinnovabili. Ma se, invece di diminuire, aumentano le centrali fossili, i GW di rinnovabili necessari al raggiungimento degli obiettivi UE aumentano». «Venerdì 10 novembre - chiudono dal coordinamento - al nostro convegno di Sanluri l'assessora ci proponeva un tavolo tecnico per affrontare il problema delle rinnovabili e solo due giorni dopo "approva" l'intesa con lo stato italiano per la metanizzazione forzata dell'isola. Non andremo a nessun tavolo, non certo con amministratori regionali come questi: inaffidabili, inutili e dannosi. Ai quali chiediamo di chiarire se stanno lavorando nell' interesse dei sardi».

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