La Rivoluzione dimenticata: Sassari vuole ricordare la sua storia

Un 28 aprile di grande partecipazione popolare e civile ha animato la città di Sassari, segnando un rinnovato interesse per la commemorazione dei martiri della Sarda Rivoluzione. La giornata si è articolata in due momenti distinti ma fortemente connessi: la mattina al monumento dedicato ai patrioti giustiziati tra il Settecento e l’Ottocento, e la sera nella suggestiva cornice della sala Angioy, dove è stata presentata la nuova ricerca storica della ricercatrice Adriana Valenti Sabouret.
Il cuore della città al monumento dei patrioti
Alle ore 10:00, in via Quarto, nello slargo intitolato a Don Leonardo Carboni, una folla composta da cittadini, studenti, autorità e militanti ha preso parte alla cerimonia solenne davanti al monumento in memoria degli otto rivoluzionari. Il monumento, realizzato un anno fa su progetto del docente del Liceo Artistico Figari Vittore Loriga e dell’artigiano Corrado Desole, è divenuto ormai simbolo vivo della memoria popolare sull’insurrezione di Sassari.
Momento centrale della commemorazione è stata la deposizione congiunta della corona di fiori da parte del sindaco di Sassari Giuseppe Mascia e del presidente dell’associazione Sa Domo de Totus, Fabrizio Cossu. Un gesto dal forte valore simbolico che ha testimoniato l’unità tra istituzioni e società civile nel riconoscimento della lotta e del sacrificio di coloro che si batterono per la libertà della Sardegna.
A fare da cornice all’iniziativa, patrocinata dal Comune di Sassari, le parole degli studiosi Federico Francioni e Antonello Nasone, che hanno ricordato il senso profondo della Rivoluzione sarda e il valore pedagogico del ricordo. L’evento si è inserito nel programma di Primavere Sarde, progetto culturale ideato tredici anni fa dal Teatro S’Arza e oggi potenziato dalla collaborazione con Sa Domo de Totus, Cobas Scuola Sardegna e una rete di scuole cittadine.
La storia si riscopre in sala Angioy
La giornata si è conclusa con un altro momento di alto valore culturale e politico: la presentazione, nella sala Angioy della Provincia, del volume "Rivoluzionari sardi in Francia. Personaggi e documenti" di Adriana Valenti Sabouret, pubblicato da Arkadia editore. Un’opera frutto di un attento lavoro d’archivio che ha riportato alla luce documenti inediti e profili biografici di numerosi esuli sardi della rivoluzione, costretti all’esilio nella Francia repubblicana dopo la repressione.
Tra questi spiccano le figure di Giovanni Maria Angioy, di cui l’autrice pubblica per la prima volta il testamento, e del teologo Francesco Sanna Corda, parroco di Torralba, che tentò invano di rifondare la Repubblica Sarda e l’avvocato sassarese Gioacchino Mundula di cui la ricercatrice ha perfino scoperto i documenti relativi alla morte che gettano un ombra di sospetto su un possibile omicidio politico dell’esule rivoluzionario. Il pubblico ha potuto approfondire, grazie al fitto dialogo tra l’autrice e gli studiosi Federico Francioni e Cristiano Sabino, testimonianze toccanti della vita dei rivoluzionari sardi e innovativi contributi storiografici che restituiscono profondità a vicende troppo spesso sminuite o rimosse.