I volti della repressione. Dal pestaggio di San Sebastiano al “sequestro” di Civitavecchia

29 Gennàrgiu 2011
Image
repressione-150x150.jpg
(IlMinuto) - Cagliari, 29 gennaio - I pastori di Mps "sequestrati" nel porto di Civitavecchia, il caso Bruno Bellomonte, gli sfratti forzati degli immigrati senegalesi al centro di Cagliari, l'uccisione di Carlo Giuliani, le morti di Giuseppe Casu e Aldo Scardella. Sono solo alcuni dei nomi e dei fatti di oggi e di ieri legati dal filo "nero" della repressione di cui si è parlato nell'assemblea "Sorvegliare e punire", dal saggio di Michel Foucault, che si è svolta ieri sera nella sede del Cagliari social forum. In via Lanusei circa 60 persone hanno preso parte per più di tre ore all'assemblea organizzata dal Csf, dalla Rete Antirazzista e dal Collettivo anticapitalista sardo e coordinata da Roberto Loddo dell'associazione 5 novembre. "Hanno caricato cittadini che difendevano il territorio. Hanno caricato operai e pastori. Non possiamo non sapere. Non possiamo ignorare. Con questo incontro - ha spiegato Dina Raggio del Csf nell'introduzione dell'assemblea - non vogliamo solo denunciare la repressione, ma anche trovare insieme i modi per contrastare questa deriva fascista". Secondo Elias Vacca, avvocato e parlamentare del Pdci nella legislatura 2006-2008, gli episodi che hanno dato il via alla deriva repressiva sono due: il pestaggio nel carcere di San Sebastiano a Sassari del 3 aprile 2000 (in pieno governo di centrosinistra) e i fatti di Genova nel luglio 2001, con l'uccisione di Carlo Giuliani.
"L'istituzione della Commissione di inchiesta sul G8 - ha ricordato Vacca - è stata bocciata nel 2007 col voto determinante dell'Italia dei Valori. In ogni segmento della vita sociale - ha sottolineato - si sta via via instaurando e perfezionando un sistema repressivo inaudito. Una repressione che è stata resa molto più facile con la reintroduzione dell'oltraggio a pubblico ufficiale nel 2009". Accusa di oltraggio dalla quale - ha precisato il legale sulla base di 20 anni di processi - è quasi impossibile difendersi con successo.  L'intervento della Rete Antirazzista si è concentrato sul volto discriminatorio della repressione, con la denuncia della funzione del Cpa di Elmas - definito "vero e proprio campo di prigionia per migranti" - e delle retate subite dagli immigrati senegalesi a Cagliari e a Quartu Sant'Elena.
Partendo dal ricordo del pestaggio dei minatori della Carbosulcis di fronte a Montecitorio nel 1995 - 16 anni fa - Antonello Tiddia ha ricostruito il caso del militante e dirigente di A Manca pro s'Indipendentzia Bruno Bellomonte, incarcerato da innocente dal giugno 2009. Il "Minatore rosso" ha denunciato pubblicamente le intimidazioni subite di recente e legate all'impegno in questa causa. Andrea Locci, indipendentista dell'associazione Amsicora, e Claudia Zuncheddu, Consigliere regionale dei Rossomori, hanno sottolineato invece il trattamento riservato ai pastori sardi negli ultimi mesi: la carica delle forze dell'ordine di fronte al Consiglio regionale del 19 ottobre, il pestaggio dell'allevatore fermato in un posto di blocco all'altezza di Abbasanta e il "sequestro" nel porto di Civitavecchia del 28 dicembre. Secondo la presidente dell'Asarp, Gisella Trincas, siamo alla "repressione di tutto ciò che è fuori norma". Così come per "qualcuno" doveva essere "fuori norma" l'ambulante quartese Giuseppe Casu, morto nel 2006 mentre era ricoverato e contenuto per un Trattamento sanitario obbligatorio nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura del SS Trinità di Cagliari.
La repressione può assumere anche il volto del teorema giudiziario, come nel caso di Aldo Scardella - ricordato ieri dal fratello Cristiano - morto suicida il 2 luglio 1986 nel carcere di Buoncammino di Cagliari, dopo sei mesi passati in galera da innocente.
Intanto il sistema di "sorveglianza e controllo" continua a perfezionarsi, ha chiarito Fawzi Ismail di Sardegna Palestina citando l'accordo prefetto-sindaco-sindacati di martedì scorso. Come riporta un lancio Ansa del 25 gennaio, d'ora in poi "niente più manifestazioni sul lato porto di via Roma, percorsi alternativi alla stessa strada nel caso di cortei in contemporanea e pugno di ferro contro le proteste non autorizzate". Lo prevede una intesa sottoscritta dal prefetto Giovanni Balsamo, dal sindaco Emilio Floris da alcune organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Css, Confsal e Cisal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA