Carcere di Iglesias: Caligaris (Sdr), "situazione di grave pericolo" per detenuto depresso e tossicodipendente

10 Dicembre 2009
(IlMinuto) – Cagliari, 10 dicembre - "Un detenuto del carcere di Iglesias, affetto da depressione maggiore, sta attraversando un momento di gravissima difficoltà con pericoli per la sua incolumità. Rifiuta i colloqui con i familiari e con l’avvocato. Non effettua le telefonate settimanali. Le condizioni sono peggiorate in seguito al rigetto della  richiesta di essere posto agli arresti domiciliari in una comunità terapeutica”. Lo afferma con una nota Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme. Quella denunciata dall'esponente socialista è la situazione di Fabrizio Loddo, 37 anni, cagliaritano, detenuto dal febbraio 2007  per il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti prima a Buoncammino e, dal maggio scorso, nel penitenziario di Iglesias.

"I familiari – ha spiegato Caligaris – sono molto preoccupati anche perché si tratta di una persona emotivamente labile, autolesionista, che ha manifestato purtroppo nel recente passato tendenze suicide con due tentativi, per fortuna, scongiurati. Loddo ha due figli minori che non vede da quasi un anno e il trasferimento a Iglesias, dove non c’è un centro clinico, ha determinato alla moglie maggiori difficoltà per i colloqui"."Il grave stato depressivo – ha evidenziato ancora l’esponente socialista – è stato denunciato nell’istanza che il difensore del detenuto Herica Dessì ha presentato ai Giudici fin dal 2008  per ottenere i domiciliari in una Comunità terapeutica e nell’Appello del mese scorso. La richiesta tuttavia non è stata accolta e il detenuto ha iniziato una costante involuzione".


"Non si comprende perché  – ha sottolineato Caligaris – sia stata negata a un detenuto, condannato  a 8 anni e 2 mesi, di cui 3 già scontati (n.d.r: la condnna non è definitiva), la possibilità di risolvere i problemi di tossicodipendenza, all’origine del reato che gli è contestato. Nonostante abbia manifestato, insieme alla famiglia, la volontà di sottoporsi a un programma terapeutico in Una comunità, pronta ad accoglierlo, in grado di salvaguardare le esigenze cautelari”.

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